Cos’e la Scala del Processamento Emozionale

Mariaelisa Santonastaso Psicologa Clinica e di Comunità,
Assistente Ricercatrice, Dorset HealthCare NHS Trust

Cos’è la “Scala del Processamento Emozionale”? 

 

 

Ciò che rende l’esistenza preziosa e piacevole
sono solo i nostri sentimenti e la nostra sensibilità.

       Hermann Hesse

Quello delle emozioni è un ambito senza dubbio di grande interesse per molti studiosi, se pur dal non facile approccio, proprio per l’alta variabilità inter e intra-soggettiva, nonché per la difficoltà di osservazione e d’inferibilità anche attraverso il comportamento. Ciò fa sì che tale campo d’indagine, sebbene tanto studiato, presenti aspetti lacunosi, soprattutto in relazione alla salute.

Quando si parla di salute-malattia occorre considerare una varietà di fattori che possono intervenire sull’esordio, il mantenimento e l’esito di patologie, sia a livello psicologico e sia fisico (MacLean P, 1949, 1954, 1977; Perth C, 2002), l’individuo per tanto va analizzato all’interno di un’ottica bio-psico-sociale. Un basso benessere psicologico può predisporre ad una maggior sensibilità alle malattie organiche, come si è dimostrato che persone ansiose o depresse sono maggiormente soggette a malattie fisiche (Rafanelli C & Roncuzzi R, 2003; Porcelli P, Bagby RM & Taylor GJ, 2003; Magni G, Canton G & Gallimberti L, 1990; Pandolfi, M. 1990).

È ormai accertato che da un punto di vista funzionale le emozioni attivano il Sistema Nervoso Centrale e, tramite neurotrasmettitori, apportare conseguenze sui Sistemi Vegetativo ed Endocrino. Dunque anche il Sistema Immunitario può risultarne influenzato, predisponendo l’individuo ad una maggior vulnerabilità alla malattia (Walker et al, 1999; Sapolsky, 2000; Canali & Pani, 2003).

Tra i numerosissimi contributi che riconoscono come disfunzioni nei processi emozionali possano essere associate ad un numero maggiore di malattie fisiche e disturbi psicosomatici, ricordiamo quelli sulle malattie cardiovascolari (Ricci Bitti PE, Gremigni P, Bertolotti G & Zotti AM, 1995; Rafanelli C, Roncuzzi R, Finos L, Toscani E, Tomba E, Mangelli L, Urbinati S, Pinelli G & Fava GA, 2003), cancro (Todarello O, La Pesa MW, Martino V & Lattanzio E.,1989), dolore cronico (Magni G, Canton G & Gallimberti L, 1990; Glass JM & Park DC, 1992; Suhr JA, 2003), disturbi delle funzioni gastrointestinali(Porcelli P, Bagby RM, Taylor GJ, De Carne M, Leandro G & Todarello O, 2003; Lackner JM & Quigley BM, 2005).

La teoria di che Rachman (1980) è di grande rilevanza nel campo della psicologia clinica, il quale definì il processamento emozionale come “ un processo mediante il quale i disturbi emozionali sono assorbiti o ripiegati in modo che le altre esperienze e comportamenti possano procedere senza interruzioni”. Notò che “la maggior parte delle persone è fortunatamente capace ad elaborare la maggioranza degli eventi disturbanti che capitano nella loro vita ”, ma qualche individuo fallisce sul proprio processo di elaborazione emozionale. Rachman evidenziò vari significati di processi psicologici incompleti includendo le ossessioni, disturbi del sonno, pensieri spiacevoli e disturbanti, allucinazioni o il ritorno di qualche paura dopo un periodo di assenza.

Pertanto, partendo dal presupposto che deficit nel processamento emozionale siano implicati nello sviluppo e nel mantenimento di una serie di disturbi non solo psicologici, maanche fisici Roger Baker et al. ha elaborato un questionario: l’Emotional Processing Scale – EPS (Scala del Processamento Emozionale), che fosse in grado di identificare lo stile del processo emozionale e le sue disfunzioni. L’EPS è stata progettata per una sua applicazione su individui normali, con disturbi psicologici, con malattie fisiche e con condizioni psicosomatiche. Attraverso questo reattivo possiamo eseguire una diagnosi  più approfondita e dettagliata sui pazienti, utile anche per orientare la terapia. Possiamo predire l’esito ai trattamenti psicoterapeutici ed eventuali cambiamenti negli individui sempre sulla base dell’elaborazione emozionale. Pertanto un suo utilizzo può essere esteso dall’ambito clinico a quello di ricerca.

Si potrebbe sostenere che nonostante ci siano molte scale e questionari che valutano le emozioni, l’EPS è in grado di indagare sulla totalità del processamento emotivo e di darci una visione più dettagliata di questo.

Attualmente sono in atto diversi progetti per le collaborazioni nella ricercasull’EPS, non solo entro il Regno Unito, ma anche a livello internazionale e mondiale, che si propongono come obiettivo cardine la validazione del nuovo strumento oltre che di approfondire la ricerca. L’Italia e il Giappone si sono cimentate pressappoco contemporaneamente in questo studio, l’India è subentrata successivamente e solo da poco invece la Danimarca. A tal proposito sono in corso studi di validazione incrociata.

La validazione italiana è stata condotta dall’Università di Bologna, Facoltà di Psicologia di Cesena, dalla Professoressa Paola Gremigni (PhD, Professoressa di Teorie e Tecniche dei Test Psicologici) e dalla collaboratrice nella ricerca Mariaelisa Santonastaso (Psicologa Clinica e di Comunità).

Questo studio di validazione dell’Emotional Processing Scale ha fatto emergere molti parallelismi e corrispondenze col costrutto inglese e soprattutto ha dato conferma dell’esistenza di differenti modalità di Processamento Emozionale, riassumibili in diverse sottoscale.

È oltremodo riconosciuto che sulle modalità di gestire i propri vissuti emotivi attualmente è in corso una vasta sperimentazione, di cui l’EPS potrebbe costituirne un importante momento nella letteratura e nella ricerca in proposito. Tale questionario potrebbe rappresentare inoltre un approfondimento per sviluppi successivi sia in ambito clinico sia sperimentale, e dunque per esplorare paradigmi sulle emozioni, per esaminare eventuali differenze nel processamento emozionale tra individui sani e coloro che presentano malattie fisiche e/o psicologiche. Pertanto ulteriori collaborazioni anche in ambito italiano sono caldamente e vivamente incoraggiate.

[Per chi fosse interessato può contattare via e-mail Mariaelisa Santonastaso al seguente indirizzo: elisa.s79@libero.it]

 

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bullet  Mariaelisa Santonastaso

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